lunes, abril 28, 2003

Traducción de vuestra amiga Stefania


El pluripremiado "Los lunes al sol" del español León de Aranoa
Una obra cariñosa y amarga sin sermones ideólogicos
Parados y solidaridad en un film anticapitalista
por ROBERTO NEPOTI


Galicia. Cada lunes Santa y sus amigos, parados desde hace cincos años por el cierre de un astillero naval, van a la ciudad con la esperanza de hallar trabajo. Uno parece no haber perdido el optimismo: un puesto de trabajo, en un momento u otro, se hallará. Otro tiene relaciones difíciles con su mujer, a la que reprocha tener trabajo. Hay quien ha abierto un bar que es la tertulia-punto de encuentro para todos; quien se deja hundir en la soledad. Santa (Javier Bardem) no renuncia, altivamente, a reclamar sus propios derechos y los de sus amigos.

No es solamente el cine británico el que nos cuenta historias de proletarios y parados, daños colaterales de la economía globalizada a que los pantalla tiende largamente a preferir los cuentos consolatorios de éxito y felicidad. En su tercera película de ficción, el español Fernando Leon de Aranoa pone en escena la solidaridad que une a un grupo de antiguos trabajadores navales, cuarentones y más allá, por lo tanto marginados del mundo de la producción.

Son hombres agotados por las ilusiones, por la fustigación, por las humillaciones, por la soledad o por el alcohol; tal vez piensan rendirse. No obstante todo esto, la película es la cosa más lejana del victimismo que se puede imaginar; los diálogos son briosos, realístico, también divertidos; algunos personajes dan prueba de una indomable vitalidad.

Los lunes al sol es una película anticapitalista sin medias tintas, pero que afirma la superioridad del ser sobre el tener asumiendo un punto de vista, sin predicaciones ni pasquines ideológicos. Afectuoso y amargo al mismo tiempo, contado con un tono cronístico que nos recuerda al neorrealismo italiano, ha conseguido muchos reconocimientos: cinco Goya (el Oscar español) entre los cuales el de mejor película, mejor director, mejor actor protagonista; vencedor en San Sebastián; candidato al Oscar como mejor película extranjera. Venciendo a un rival del calibre como el almodovariano "Hable con ella".

LOS LUNES AL SOL
dirección de FERNANDO LEON de ARANOA
Con JAVIER BARDEM, LUIS TOSAR, JOSÉ ANGEL EGIDO e NIEVE DE MEDINA



"El crimen de padre Amaro", película mexicana candidata al Oscar como mejor película extranjera. Las dudas de un sacerdote se hacen telenovela.

"Candidato" al Oscar como mejor película extranjera, un drama mexicano sacado de una novela portuguesa de hace ciento treinta añs.La escenificación actualiza los acontecimientos pero temas son los mismos: el celibato de los clérigos y las tentaciones de la carne, los relatos entre Iglesia y poder, la beateríade la provincia. Todos consideran el amable, seráfico padre Amaro, pupilo del obispo, el mejor cristiano del mundo. En la parroquía de Los Reyes, Amaro conoce al padre Benito, que trata con los narcotraficantes con fines benéficos y el cura-campesino padre Natalio, convertido a la teología de la liberación. La bondad no le impedirá entregar el acto de excomunión a Natalio, ni de dejar embarazada y hacer abortar a la joven parroquiana Amelia. Contenidos interesantes, forma de telenovela.
Después del descanso de Pascua, aquí os dejo una traducción de Giovanni Battista Ramusio. Hasta pronto

Navigazioni e viaggi, Tercer Tomo. Quinto volumen

Discorso di messer Gio. Battista Ramusio sopra il terzo volume delle Navigazioni e Viaggi nella parte del mondo nuovo.

(…) Ritornando adunque al primo nostro proponimento, dico che questa parte del mondo nuovo fu trovata nell'anno 1492 dal signor don Cristoforo Colombo genovese, come si vedrà per un Sommario che scrisse in quei tempi don Pietro Martire milanese, che allora stava in Spagna col re catolico, e anco per un altro ch'ha scritto il signor Gonzalo Fernando d'Oviedo, ch'è tanto amico della Eccellenza Vostra, il qual Sommario egli ampliò dapoi e divise in tre parti, chiamandole l'Istorie generali e naturali dell'Indie, delle quali n'è venuta in luce la prima, come si leggerà in questo volume. L'altre due, cioè la seconda, che contien il discoprir di Mexico e la Nuova Spagna, e la terza, dell'acquisto della gran provincia del Perú, essendo, sí come ho inteso, venuto il prefato signor Gonzalo gli anni passati dall'isola Spagnuola fino in Sibilia per farle stampare (non so che cosa vogliamo dir che sia stata cagione) con gran danno de' studiosi di questa cognizione, egli poco dapoi se n'è ritornato alla città di S. Domenico nella Spagnuola, riportando seco dette due parti d'istoria soppresse. Nelle quali, secondo ch'egli medesimo scrisse all'Eccellenza Vostra quest'anni, v'erano piú di 400 figure de' ritratti delle cose naturali, come animali, uccelli, pesci, arbori, erbe, fiori e frutti delle dette due parti dell'Indie. Il che è stato di gran perdita a' studiosi, che desiderano di legger e intender particolarmente e piú volentieri le cose sopradette dalla natura prodotte in quelle parti, dissimili da quelle che nascono presso di noi, che di saper le guerre civili ch'hanno fatte molt'anni gli Spagnuoli tra loro, ribellandosi alla maestà cesarea di Carlo V imperatore per l'immensa ingordigia dell'oro.
Delle quali guerre tutti gl'istorici spagnuoli di questi tempi s'hanno affaticato e affaticano continuamente di scrivere con un'estrema diligenza, notando che ne' fatti d'arme di Salinas, Chupas, Quito, Guarina, Xaquixaguana v'erano i tali e tali capitani, alfieri e adelantadi, co' nomi di tutti i soldati spagnuoli, sí da cavallo come da piedi, e in qual città di Spagna ciascun di lor nacquero, cosa vana e ridicolosa; delle cose naturali veramente sopradette se ne passano brevemente, se non in quanto non possono far di meno di non nominarle alle fiate. Che all'incontro in dette due parti d'istoria del nostro signor Gonzalo vi sono scritte molte cose notabili, e fra l'altre che 'l Messico è in 19 gradi di latitudine di sopra la linea dell'equinoziale, e cento dall'isole Fortunate, dove Tolomeo incomincia le longitudini. Parimente, che v'è differenza d'ore otto del sole dalla città di Messico a quella di Toledo in Spagna, il che è stato osservato con gli ecclissi, cioè che 'l sole nasce otto ore avanti in Toledo che non fa nel Messico; e che 'l sole a' 18 di maggio passa sopra il Messico per andare al tropico di Cancro, e ch'ei ritorna indietro sopra detta città a' 15 di luglio, e getta l'ombre in tutto quello spazio di tempo verso mezzodí, e non vi è caldo di qualità che alcuno sia sforzato a lasciare le vesti; che 'l paese è molto sano e temperato, e nei monti che circondano la laguna del Messico, in gran parte simile a quella di questa nostra gloriosa città di Venezia, vi sono molti luoghi ameni per andar a piacere. E medesimamente come, all'incontro del mal francese, che già fu condotto a noi di dette Indie, i nostri vi portarono il male delle varuole, che mai piú non era stato veduto né udito in quelle parti: e furono alcuni marinari giovani dell'armata di Panfilo Narbaez, ai quali venne detto male, e lo communicarono con gl'Indiani della Spagnuola, in guisa che, d'un millione e seicentomila anime ch'erano sopra detta isola, non se ne ritrovano al presente intorno a 500, tanto questa malattia di varuole, accompagnata d'infiniti strazii e fatiche che gli fecero far gli Spagnuoli, ebbe poter di levar loro la vita. E non solamente nella Spagnuola, ma è passata questa contagione talmente alla Nuova Spagna e anco oltra il mar del Sur nel Perú, che molte provincie sono rimaste deserte e disabitate da Indiani per cagione di queste varuole, e delle guerre civili che hanno fatte gli Spagnuoli fra loro.
Si leggeva anco in detta istoria del signor Gonzalo, la forma e modo come essi con alcune imagini ieroglifice descrivono le loro istorie e notano le memorie dei loro re del Messico, che sono certe figure d'animali, fiori e uomini fatti in diversi atti e modi: sí come s'è veduto in quei libri che 'l detto signor Gonzalo mandò a donare a V.E. e a me, gli anni passati, pieni di varie figure e bizzarrie. Oltra di questo si trattava come nella provincia del Perú, per aver memoria de' loro re e degli anni che hanno regnato, fanno in questo modo, che hanno case grandi con alcune persone diputate, le quali tengono il conto delle cose segnalate con alcune corde fatte di bombagio, che gl'Indiani chiamano quippos, dinotando i numeri con groppi fatti in diversi modi, e cominciano sopra una corda da uno fino a dieci, e d'indi in su, mettendovi la corda del color della cosa che essi vogliono mostrare e significare. E, come è detto, in ciascuna provincia vi sono questi tali, ch'hanno carico di metter sopra quelle corde le cose generali, e chiamano quippos camaios. E se ne trovano case publiche piene di dette corde, con le quai facilmente dà ad intender, colui che n'ha il carico, le cose passate, benché elle siano di molta età avanti di lui, sí come noi facciamo con le nostre lettere.
Ora, queste due parti d'istoria del detto signor Gonzalo non essendo venute ancora in luce, ed essendo stato divulgato che egli l'avea portate indrieto alla isola Spagnuola, forse per non volerle per ora publicare, accioché gli studiosi di simili lezioni non stessero piú con l'animo sospeso, ma potessero in qualche parte sodisfarsi leggendo le cose che si trovano scritte di questo mondo nuovo, ho usato diligenza di far mettere insieme i sommarii e le relazioni che furono scritte dai medesimi capitani nel principio del trovar di quello. Il che s'è fatto nel miglior modo ch'è stato possibile, ancora che abbiamo avute le copie incorettissime; percioché in ogni modo, per quel che vien detto, le due parti della detta istoria che non abbiamo potuto avere sono state tratte da simili relazioni.



lunes, abril 14, 2003

Traducción del 14 para el 23 de abril
Il pluripremiato "I lunedì al sole" dello spagnolo Leon de Aranoa
Un'opera affettuosa e amara senza prediche ideologiche

Disoccupati e solidarietà
in un film anticapitalista

di ROBERTO NEPOTI
Galizia. Ogni lunedì Santa e i suoi amici, disoccupati da cinque anni per la chiusura di un cantiere navale, vanno in città nella speranza di trovare lavoro. Uno sembra non aver perduto l'ottimismo: un posto, prima o poi, si troverà. Un altro intrattiene rapporti difficili con la moglie, alla quale rimprovera di avere un lavoro. C'è chi ha aperto un bar che serve da ritrovo per tutti; chi si lascia affondare nella solitudine. Santa (Javier Bardem) non rinuncia, fieramente, a rivendicare i propri diritti e quelli degli amici.

Non c'è solo il cinema britannico a raccontare storie di proletari e disoccupati, danni collaterali dell'economia globalizzata cui lo schermo tende di gran lunga a preferire i racconti consolatori di successo e felicità. Al suo terzo film di fiction, lo spagnolo Fernando Leon de Aranoa mette in scena la solidarietà che unisce un gruppo di antichi lavoratori navali, quarantenni e oltre, quindi emarginati dal mondo della produzione.

Sono uomini logorati dalle illusioni, dalla frustrazione, dalle umiliazioni, dalla solitudine o dall'alcol; a volte pensano di arrendersi. Malgrado tutto ciò, il film è la cosa più lontana dal vittimismo che si possa immaginare; i dialoghi sono vivaci, realistici, anche divertenti; alcuni personaggi danno prova di un' indomabile vitalità.

I lunedì al sole è un film anticapitalista senza mezzi termini, ma che afferma la prevalenza dell'essere sull'avere assumendo un punto di vista umanista, senza prediche né pistolotti ideologici. Affettuoso e amaro insieme, raccontato con un tono cronachistico che ricorda il neorealismo italiano, ha fatto razzia di riconoscimenti: cinque Goya (l'Oscar spagnolo) tra cui miglior film, miglior regista, miglior attore protagonista; vincitore a San Sebastian; candidato all'Oscar come miglior film straniero. Battendo un concorrente del calibro dell'almodovariano "Parla con lei".

I LUNEDI' AL SOLE
Regia di FERNANDO LEON de ARANOA
Con JAVIER BARDEM, LUIS TOSAR, JOSE' ANGEL EGIDO e NIEVE DE MEDINA


"Il crimine di padre Amaro", film messicano candidato all'Oscar come migliore pellicola straniera
I dubbi di un sacerdote diventano telenovela


"Nominato" all'Oscar per il migliore film straniero, un dramma messicano tratto da un romanzo portoghese di centotrent' anni fa. La sceneggiatura attualizza gli eventi; ma i temi restano i medesimi: il celibato dei preti e le tentazioni della carne, i rapporti tra Chiesa e potere, il bigottismo di provincia. Tutti considerano il grazioso, serafico padre Amaro, pupillo del vescovo, il più buon cristiano del mondo. Nella parrocchia di Los Reyes, Amaro conosce padre Benito, che tresca con i narcotrafficanti a scopo di beneficenza e il prete-contadino padre Natalio, convertito alla teologia della liberazione. La bontà non gli impedirà di consegnare l'atto di scomunica a Natalio, né di mettere incinta e fare abortire la giovane parrocchiana Amelia. Contenuti interessanti, forma da telenovela. (r.n.)

IL CRIMINE DI PADRE AMARO
Regia di Carlos Carrera
Con Gael Garcia Bernal, Sancho Gracia, Ana Claudia Talancon

lunes, abril 07, 2003

Traducción del 7 de abril 2003, para corregir el 14 de abril


Eugenio Montale La casa dei doganieri

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t' attende dalla sera
in cui v' entró lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostó irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non é più lieto:
la bussola va impazzita all' avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s' addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietá.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell' oscuritá.

Oh l' orizzonte in fuga, dove s' accende
rara la luce della petroliera!
Il varco é qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende ...).
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

(Eugenio Montale, Le occasioni; Parte quarta)
Dormiveglia.
Il sonno tarda a venire / poi mi raggiungerà senza preavviso. / Fuori deve accadere qualche cosa / per dimostrarmi che il mondo esiste e che / i sedicenti vivi non sono tutti morti. / Gli acculturati, i poeti, i pazzi / le machine gli affari le opinioni / quale nauseabonda olla podrida!/ E io lì dentro incrostato fino al capelli! / Stavolta la pietà vince sul riso.
Le occasioni (1928-1939). Stanze.
Ricerco invano il punto onde si mosse / il sangue che ti nutre, interminato / respingersi di cerchi oltre lo spazio / brevi dei giorni umani, / che ti rese presente in uno strazio / d’agonie che non sai, viva in un putre / padule d’astro inabissato; ed ora / è linfa che disegna le tue mani, / ti batte ai polsi inavvertita e il volto / t’infiamma o discolora. // Pur la rete minuta dei tuoi nervi / rammenta un poco questo suo viaggio / e se gli occhi ti scopro li consuma / un fervore coperto da un passaggio / turbinoso di spuma ch’or s’infitta / ora si frange, e tu lo senti ai rombi / delle tempie vanir nella tua vita / come si rompe a volte nel silenzio / d’una piazza assopita / un volo strepitoso di colombi. // In te converge, ignara, una raggéra / di fili; e certo alcuno d’essi apparve / ad altri: e fu chi abbrividì la sera / percosso da una candida ala in fuga, / e fu chi vide vagabonde larve / dove altri scorse fanciullette a sciami, / o scoperse, qual lampo che dirami, / nel sereno una ruga e l’urto delle / leve del mondo apparse da uno strappo / dell’azzurro l’avvolse, lamentoso. // In te m’appare un’ultima corolla / di cenere leggera che non dura / ma sfioccata precipita. Voluta, / disvoluta è così la tua natura. / Tocchi il segno, travàlichi. Oh il ronzìo / dell’arco ch’è scoccato, il solco che ara / il flutto e si rinchiude ! Ed ora sale / l’ultima bolla in su. La dannazione / è forse questa vaneggiante amara / oscurità che scende su chi resta.